Per Marino

Caro signor Augias,

A seguito dell’articolo “Un sondaggio amico boccia Marino” apparso su Repubblica del 25 ottobre, mi sento in dovere, come semplice cittadino, di spendere due parole a favore del sindaco Marino.  Innanzitutto non mi spiego come mai, fin quasi dai primissimi giorni dopo l’elezione, buona parte della stampa si sia accanita contro di lui. La cosa mi sembra a dir poco sospetta. Premetto che pur essendo romano per nascita non abito a Roma dove però vengo 5 o 6 volte l’anno anche se purtroppo per brevi periodi, sono quindi un osservatore piuttosto superficiale. Da che Marino è sindaco, girando per Roma a piedi o con i mezzi pubblici, ho però personalmente constatato qualche miglioramento e comunque nessun peggioramento che giustifichi tale accanimento nei suoi riguardi. A cominciare dagli arredi urbani. Forse per il fatto che gira in bicicletta Marino si è reso conto che i dintorni di casa sua, intendo il Campidoglio, erano fra i più sporchi e mal tenuti di Roma, cosa inaccettabile per l’importanza simbolica e turistica della zona. Ora la situazione è molto migliorata. Sorprendentemente Marino è anche il primo sindaco di Roma che abbia cercato di migliorare il passaggio pedonale ai piedi della scalinata che sale da piazza Venezia al Campidoglio, una vera gimcana per i milioni di romani e di turisti che lo praticano. Il passaggio è stato razionalizzato ed è stata rinnovata la “zebratura” che da anni era quasi scomparsa. Piccole cose ma significative in quanto poco costose e a due passi dal Campidoglio. Altrettanto evidente l’impegno per il mantenimento decoroso dei giardini, almeno quelli centrali più visibili per il turista. Mi sembrano inoltre lodevoli, anche se certo impopolari, i tentativi di incrementare la pedonalizzazione del centro e di favorire, anche con l’esempio, l’uso della bicicletta. Altrettanto positivi oltre che impopolari, l’impegno e i primi risultati ottenuti nel contenimento degli abusi di occupazione del suolo pubblico e del commercio ambulante. È inoltre, a mio parere, nettamente migliorato il servizio taxi. Ammetto di non aver trovato grandi cambiamenti in fatto di nettezza urbana e di mezzi di trasporto pubblici, ma mi sembrerebbe utopistico aspettarsi miracoli in cosi breve tempo in settori nei quali per decenni hanno fallito sindaci di ogni tipo e colore. So però per certo che se Marino si impegnerà seriamente, come spero, per risolvere questi due problemi la sua popolarità peggiorerà ulteriormente in quanto dovrà scontrarsi non solo con i molti poteri più o meno forti che vi sono implicati, ma anche e forse sopratutto con le molte cattive abitudini di noi tutti cittadini italiani, romani e non romani. Quaranta anni di servizio pubblico nel contesto europeo mi hanno insegnato che la popolarità per chi gestisce la cosa pubblica, soprattutto a livello locale, non é quasi mai indice di interesse per la collettività e di capacità ed efficienza. A questo proposito vorrei segnalare al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, di cui apprezzo moltissimo l’operato e che spero abbia il coraggio di portare avanti il suo programma anche se questo implicherà inevitabilmente un forte calo della popolarità, che finora non ho incontrato nessun fiorentino, di destra o di sinistra, che ne parli bene come ex sindaco della loro città.

Ranieri Di Carpegna

Torino, 25 ottobre 2014

 

Ho ricevuto alcune lettere — che ritengo in buona fede — a difesa del sindaco di Roma. Vanno lette, insieme a quelle di critica. Giuseppe Marino, un omonimo da Reggio Calabria, scrive: «il sindaco di Roma ha o no la libertà di girare con la sua auto (non per fatti propri sin qui non emersi) per la città che amministra? Se la stessa cosa fosse accaduta con auto blu i rilievi sarebbero stati minori come si vide quando l’ex governatrice del Lazio girava con l’auto blu perle sue spesucce. Con quello che la nazione sta passando perché i giornali fanno paginate sulla vicenda?». Scrive Paola Ronci (paolacarlot@libero.it): «Roma è nel degrado: strade, cura del verde, raccolta dei rifiuti. Durante l’amministrazione Alemanno circolavano battute sarcastiche sui parenti del sindaco che avevano riempito gli uffici dell’Atac; mai ci sono state grandi campagne, né giornalistiche, né da parte dei politici di varie tendenze. Ora vedo tanti politici che chiedono le dimissioni perché non ha pagato le multe. Ma di che stiamo parlando?». Stiamo parlando di un kamikaze, di un uomo che, arrivato fresco da fuori, ha immaginato che ci si potesse comportare a Roma come in uno di quei film dove la città è preda d’una banda di manigoldi. Arriva il buono e senza guardare in faccia nessuno, bam, bam, mette a posto le cose tra gli applausi degli onesti. Ha ignorato esigenze e correnti del suo partito, ha alterato la tradizionale spartizione di incarichi e posti, ha cominciato a girare in bicicletta per dare l’esempio, risultando invece in più occasioni solo goffo. Un’aria caricaturale non dissipata nemmeno da un gesto quasi inconcepibile a Roma: trascrivere nozze gay celebrate all’estero. Non ha calcolato che in una città consegnata largamente al cinismo, dove molti tassisti manifestano invocando il duce, si perdona più facilmente l’arroganza (e peggio) che non la goffaggine.

CORRADO AUGIAS

c.augias@repubblica.it Twitter @corradoaugias

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *